La Marsupioterapia o Kangaroo Care (può spesso chiamata Kangaroo Mother Care, KMC, ma che può benissimo essere svolta anche dai padri) è una tecnica utilizzata con i bambini nati
prematuri o a termine basata sul contatto pelle a pelle tra genitore e neonato.
La marsupioterapia sfrutta il riscaldamento dell’area toracica in connessione al rilascio di ossitocina (ormone del benessere, che promuove il rilassamento, la crescita ed è presente moltissimi
processi fisiologici della gravidanza, del parto e del post-parto) dovuto al contatto pelle a pelle, creando così un luogo caldo e accogliente dove il bimbo può accoccolarsi. L’ossitocina
funziona “come una sorta di termostato che non mantiene la temperatura costante ma invece sposta il calore da una parte del corpo a un'altra” (Moberg, 2003:75), in particolare dalla
periferia al centro, alla zona toracica. Questo accade“nelle donne che allattano, come anche con i padri che stanno tenendo vicini i loro bambini, oppure nei partner durante l’attività sessuale.
I vasi sanguigni della zona toracica si dilatano, riscaldando l’area.
I benefici della KC, combinati con la sua efficacia e sicurezza, sono riassunti da Ruiz Peláez e Charpak (Charpak, Ruiz-Peláez, 2006):
"La pratica della Marsupioterapia KMC:
-È tanto efficace quanto l’incubatrice per il trattamento dei neonati con instabile termoregolazione, ma la cura nella posizione del canguro deve essere continua
-Non destabilizza i neonati con basso peso alla nascita che sono già stabili
-Non incrementa il tasso di apnea e reflusso gastro-esofageo
-Diminuisce le risposte al dolore e allo stress, e incrementa il recupero fisiologico nei neonati di 28 settimane
-Incrementa l’organizzazione del sonno
-Rende l’allattamento un’esperienza piacevole e di socializzazione
-È uno strumento attuabile e disponibile durante il trasporto
-Incrementa lo sviluppo neuro comportamentale
-Potenzia [empower] la madre e la famiglia e previene sentimenti di impotenza e ansia da separazione
-Rinforza il ruolo della famiglia nella cura del neonato fragile
-Promuove la partecipazione della madre e del padre nella cura del neonato
-Promuove l’inizio, l’esclusività e la durata dell’allattamento
-Promuove la precoce e opportuna dimissione verso casa o verso un luogo meno ospedalizzato
-Diminuisce la durata della permanenza in ospedale”
(Nyquist et al., 2010:823)
Per chi ha voglia di leggere ancora un po':
Inizialmente sviluppato negli anni ’70 in Colombia come mezzo “povero”, cioè non richiedente costi particolari, per aiutare i bambini prematuri e le loro madri, grazie alla sua comprovata efficacia, la tecnica si è consolidata nel tempo, fino a diventare “standard di cura per tutti i neonati, sani o vulnerabili” (Henderson, 2011:298; Nyquist et al., 2010). Dopo essere stata utilizzata con efficacia in contesti di povertà, privi dei mezzi tecnologici che permettono in Occidente di stabilizzare i neonati pretermine o con basso peso alla nascita (primo su tutte l’incubatrice) (Ludington-Hoe et al., 1993; Ludington-Hoe et al., 1999) la KC è stata studiata in contesti altamente tecnologizzati (Bergman, Linley, Fawcus, 2004) ed è stato rinvenuto che “questo modello era superiore rispetto alla cura tramite incubatrice nello stabilizzare i neonati in condizioni non critiche (parto vaginale, Apgar a 1 minuto >6) con un peso superiore ai 1200g.” (Nyquist et al., 2010:822).
Tali ricerche, in correlazione con l’osservazione del comportamento presso i mammiferi nel mondo animale, in cui le madri tengono presso sé e leccano i cuccioli subito dopo la nascita (Montagu, 2011) e con l’operato dei sostenitori della nascita dolce contro la separazione tra madre e figlio dopo il parto (Odent, 1989; Leboyer, 1981), hanno portato a una serie di conclusioni che “supportano la visione del KMC a partire dalla nascita come la norma, e l’interpretazione della separazione madre-bambino immediatamente dopo il parto come una violazione dei diritti delle madri e dei neonati, con possibili cambiamenti maladattivi nella stabilità fisiologica e nella co-regolazione dello stress.” (Nyquist et al., 2010:822).
Una violazione. Dei diritti ma anche del tempo, mancanza di rispetto per la vita nascente, per chi si affaccia al mondo per la prima volta, per chi dovrebbe avere la meritata calma dopo un faticoso e importantissimo lavoro. “Se il desiderio fosse che il bambino si renda conto di colpo di essere piombato in un mondo che non sa nulla di lui, in un mondo di crudeltà, d’ignoranza e di follia, non si potrebbe fare altrimenti”(Leboyer, 1981:40), diceva Leboyer, ed è per tutti questi motivi che “la cura dei neonati dovrebbe seguire un processo di graduale preparazione e adattamento dalla vita intra-uterina a quella extra-uterina (…)” (Nyquist et al., 2010:822). Quanto spiegato sopra mette in luce l’efficacia di un metodo che non richiede nulla, se non un poco di pazienza e amore. “Invece di essere guardata come un’alternativa inferiore alla cura high-tech occidentale, KMC è superiore grazie alla sua efficacia biologica e al suo positivo impatto psicosociale e cognitivo sui neonati e sulle loro famiglie.” (Ivi:823).
Un metodo effettivo e utile proprio nella sua semplicità, un metodo che non è neanche un metodo, ma un seguire l’andamento fisiologico del post parto, e che per le evidenze ottenute, il bassissimo costo e l’immenso guadagno in termini biologici, relazionali e sociali dovrebbe essere applicato di norma, ma che spesso risulta una gentile concessione degli operatori. Inoltre la continuazione del KC dopo la dimissione dall’ospedale permette di diminuire la durata della degenza (dimissione precoce), di recuperare il legame quando è stato inizialmente danneggiato dagli eventi accaduti durante il parto, di iniziare e proseguire bene l'allattamento, di continuare ad arricchire la relazione, oltre ad apportare continui miglioramenti e un maggiore sviluppo nei neonati prematuri. “Questo concetto di cura neonatale migliora l’attaccamento genitori-neonato e trasforma la crisi dell’avere un neonato pretermine o con problemi in una esperienza più gratificante per l’intera famiglia.” (Ibidem).
L’importanza di questa pratica risiede anche nella possibilità della presa in carico progressiva della cura della neonata da parte dei genitori, cosa rilevante dal punto di vista operativo nei
servizi della maternità in quanto si basa sulla prospettiva dell’empowerment della donna e di tutta la famiglia:
“Lo scopo è di dare potere [empower] alla madre (ai genitori o al caregiver) attraverso il trasferimento graduale delle competenze affinché possa diventare il caregiver primario del bambino e
rispondere a ogni bisogno fisico e emozionale.”(Nyquist et al., 2010:820)
Sembra poi che, oltre agli effetti benefici sul piccolo e nella relazione materno infantile, la KMC e in generale il contatto immediato pelle a pelle dopo la nascita abbiano un ruolo positivo nella gestione del secondamento, del dolore e del fastidio provato dalla donna quando questa necessita di punti dopo il parto.
I professionisti hanno espresso soddisfazione nella loro impressione che la KMC distragga le donne dal dolore che si presenta nella messa dei punti in seguito alle episiotomie. Le infermiere hanno espresso sorpresa riguardo alla facilità con cui il KMC era realizzato e hanno uniformemente commentato che il KMC era un’esperienza positiva. (Walters et al., 2007:379)
Bibliografia:
Bergman N. J., Linley L. L., Fawcus S. R. (2004), Randomized controlled trial of skin-to-skin contact from birth versus conventional incubator for physiological stabilization in 1200- to
2199-gram newborns, Acta Paediatr 93: 779–85.
Charpak N., Ruiz-Peláez J.G. (2006), Sources of resistance to Kangaroo Mother Care (KMC) implementation in developing countries and proposed solutions, Acta Paediatrica 95 (5): 529 - 534 May
2006
Henderson A. (2011), Understanding the Breast Crawl, Implication for Nursing Prac-tice, Nursing for Women’s Health, AWHONN
Leboyer F. (1981), Per una nascita senza violenza, Edizioni Bompiani, Milano
Ludington-Hoe S. M. et al. (1993), Skin-to-skin contact beginning in the delivery room for Colombian mothers and their preterm infants, J Hum Lact 9: 241–2.
Ludington-Hoe S. M. et al. (1999), Birth-related fatigue in 34–36-week preterm neo-nates: rapid recovery with very early kangaroo (skin-to-skin)care. J Obstet Gynecol Neonatal Nurs, 28:
94–103.
Moberg K. U. (2003), The Oxytocin Factor : Tapping The Hormone Of Calm, Love, And Healing, Capo Press
Nyqvist K. H. et al. (2010), Committee Report. Towards universal Kangaroo Mother Care: recommendations and report from the First European conference and Seventh In-ternational Workshop on
Kangaroo Mother Care,Acta Pædiatrica ISSN 0803–5253, 22, DOI:10.1111/j.1651-2227.2010.01787.x
Odent M. (1989), Ecologia della nascita. Una via antica e nuova al parto naturale, Red edizioni, Como
Walters M. W. et al. (2007), Kangaroo Care at Birth for Full Term Infants. A Pilot study, MCN
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